Angelo Borgese nasce a Catania il 02/04/1966. Si diploma all’istituto d’Arte di Catania nel 1986 e nel 1990 si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Urbino.
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Le principali caratteristiche del lavoro di Angelo Borgese vanno ricercate soprattutto nelle sue origini siciliane. Certi personaggi della sua Catania, il gusto dei fruttivendoli nell’esporre le loro arance, limoni, olive e pomodori in una tipica armonia di colori, i contadini che sapevano decorare con immagini della loro tradizione i carretti di legno, le selle degli asini od i portelli dei piccoli carri-trasporto. È da questo che nasce il suo grande slancio verso la decorazione, caratteristica essenziale di ogni suo lavoro
“Penso al mio lavoro come a quello di un artigiano con i gesti di mani che si muovono in maniera ripetitiva e tramandata. Questo significa sgombrare quella parte della mente colta ed istruita ed operare solo manualmente”.
La pittura di Angelo Borgese nasce dall’utilizzo di diversi materiali, ma il supporto primo è sempre la carta: di cellulosa pura, di riciclo, di fattura artigianale o da imballo, vecchie carte da pareti o dipinti cinesi scovati in qualche mercatino. Sono carte di tutti i tipi che si amalgamano e si trasformano con graffi, incisioni, strappi e colori ad olio, chine e matite, legni intagliati, vecchie sete, ceramiche o moduli prestampati. E la carta ed i moduli ripetuti di forme geometriche vanno a costruire le sue decorazioni.”Alla fine e solo alla fine, inserisco una figura che cerca una propria collocazione all’interno del lavoro”. Altro elemento importante del suo lavoro è il racconto. Sulla stessa superficie possono coesistere immagini molto differenti l’una dall’altra, dipinte in modo diverso anche perché con natura e valenze diverse.
“È come se sulla superficie del lavoro mi ritagliassi delle finestrelle da aprire, nelle quali inserire delle storie. Apparentemente questo potrebbe creare una stonatura della totalità dell’opera. È come quando fai un discorso con un amico e dici cose ma ne pensi altre… la mente corre veloce… e così queste storie dentro queste finestre raccontano tante storie e pensieri che si susseguono uno all’altro, così nell’opera come nella vita”.
“Il mio lavoro nasce a strati. Così come i pensieri e le mie esperienze, così come i gesti acquisiti dall’artigiano. Ogni cosa si accumula sull’altra e l’esperienza più nuova non cancella la precedente, anzi la riscopre investendola di nuovo valore… così sono i miei supporti attaccati uno sull’altro, colori diversi, materiali diversi… ma quello che resta sotto non è stato dimenticato e ricollegandoci al discorso di prima, come se fossero delle finestrelle, vado a raschiare o a strappare o ad aprire degli spazi e scopro una nuova storia. Ed anche se so esattamente cosa ho lasciato sotto, è ogni volta una sorpresa”.